Pensiero e libertà

 

11/07/2024

Ben venga l'indipendenza del Sud

Fiori del sud

Tornare alla classe sociale per provare a considerare il Meridione come punto di partenza per immaginare nuovi rapporti sociali è una trappola ideologica.
Con il regionalismo differenziato, lo stato "unitario" ha reso legge l'esistenza lo ius domicilii.
I diritti dei cittadini dipenderanno dal luogo di residenza.
Questa condizione ci induce a sostenere l'autonomia politica e giuridica dei popoli del Sud.
Il referendum proposto è un'azione conservatrice, mirante a "conservare" i vantaggi del Nord a discapito del Sud.
Il Sud è in marcia verso la sua indipendenza.

11/07/2024

A proposito dell'autonomia differenziata...

Il mio Sud sbaglia a difendere lo status quo, il modello di Stato esistente. Questa atteggiamento è conservatore e per nulla meridionalista.
Non credo che meridionalisti, come Nicola Zitara, non accetterebbero la "provocazione" dell'autonomia differenziata, anche se proposta, votata e declamata da gente del Nord.
A mio parere, il nostro Sud deve approfittare di questo momento storico e avviare la sua liberazione.

Il sud terra della cultura

Amici e fratelli del Sud dobbiamo mostrare al Mondo il nostro orgoglio, la nostra maturità culturale avviando un nuovo tempo di liberazione . Per farlo, dobbiamo fare crescere una nuova classe dirigente, capace di incarnare i nostri bisogni, capace di essere intransigente ad ogni forma di condizionamento.
È questo il tempo per mostrare l'orgoglio della gente dei Sud.
Allora, ben venga l'autonomia del nostro Sud, se serve a liberare la Terra nostra. Non lasciamo spazio a chi utilizza "l'arte del compromesso" necessaria a rendere il nostro Sud, ancora una volta, una colonia interna delle regioni del Nord. "Il futuro non è più quello di una volta". A chi l'autonomia spaventa? Ad maiora, figli dei Sud

11/07/2024

LA CITTÀ SUBALTERNA

Matteo Notarangelo

Carissimo Giovanni, le tue sono riflessioni di un buon cittadino libero.
Le tue osservazioni dovrebbero scuotere l'animo del più scadente ceto politico di un qualsiasi luogo geografico. Tanto non succede nella terra delle "anime morte".
Tu, carissimo, scrivi alla gente della Monte Sant'Angelo di oggi e a fantasmi politici rozzi.
La Città di oggi, nostro malgrado, non ha cittadini, ma soggetti subordinati, subalterni, incapaci di costruire un minimo di azione politica autonoma.
Chi risiede nella Città ha perso, da tempo, il dono della parola e vive nella condizione di dipendenza psicologica.

Tu mostri la cruda verità, ma chi la guarda la vive da subordinato, ogni giorno. Avrei voglia di scrivere della nostra "società civile", che non esiste. Le associazioni, i privati e, da quanto leggo,

anche le parrocchie ricevono risorse economiche tre volte all'anno.
Dimmi tu, carissimo, come può, questa "società civile" svolgere la funzione hegeliana di contropotere politico, civile, democratico, economico? La tua idea di Città presuppone un ceto politico e una smorfia di Stato.
Il ceto politico è costituito da soggetti socialmente marginali, invisibili, lontani dal mondo fisico reale degli amministrati. Accade in questo "borgo" involuto che gli amministratori (sic) vivino nascosti e li vedi, solo, in processione due o tre volte l'anno. Questa gente subalterna, anche nelle aggregazioni primitive involute, sarebbe stata allontanata dai luoghi pubblici. Per loro, l'ostracismo sarebbe stato l'atto pubblico minore.
Invece no.
I subordinati, i subalterni della Città involuta preferiscono farsi manipolare da un postulante, che spende risorse pubbliche in narrazioni storiche infantili e iniziative "turistiche-culturali" bugiarde, solitarie e antieconomiche. I soggetti marginali e subordinati, però, continuano a votare individui "senza qualità", privi di abilità sociopolitiche e con alcuna visione della morente Città.
Giovanni, in una Città normale , la gente guarderebbe al suo futuro, alla sua economia, ai suoi servizi, alla sua qualità della vita e al suo patrimonio culturale per farne oggetto di evoluzione sociale ed economica. Qui, invece, si parla di altro, ovvero si ha paura di parlare dello scenario prossimo della città decadente. Qui tutti i servizi pubblici sono affidati a gestori di altri territori.
Perché?
Tu potresti invocare il libero mercato e, quindi, il liberismo.
Magari fosse vero.
Non è così!
Questo scadentissimo e preoccupante ceto politico, dopo aver distrutto, con l'utilizzo delle risorse pubbliche, la "società civile", ha immiserito l'imprenditoria e il commercio locale, rendendo insignificante la ricchezza del territorio: di Macchia, ma anche del Bosco Quarto o, peggio, della Foresta Umbra non voglio parlare. Come vedi il modo di amministrare di costoro non è neanche feudale, coloniale... è qualcosa di peggio. L'ignoranza, l' incapacità, l'arroganza, la paura di confrontarsi con gente libera hanno fatto di questa città il luogo più triste d'Italia. Poi, aggiungi la "querela politica" e colui che accompagna i querelanti e scopri l'uso inappropriato della cosa pubblica e il prendersi gioco dello Stato.
Che fare?
Sostituirli o continuate a regredire. L' inesistente " popolo" o rifiuta il ruolo di subordinato, mettendo all'indice quel mondo associativo prezzolato, o continuerà a pagare un grave prezzo sociale ad iniziare da una scuola scadente e da servizi inesistenti.
Che Dio ci guardi.

 

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Centro Diurno di Accoglienza Monte Sant'Angelo (Foggia)