Il settantottesimo numero della serie di “Eurasia” si configura come un’analisi a tratti tagliente, a tratti profetica, della deriva dell’imperialismo statunitense e israeliano.
Sin dalle prime pagine, l’editoriale del direttore si presenta come una provocazione consapevole: la creazione, da parte dell’amministrazione Trump, dell’“Ufficio della Fede” presso la Casa Bianca viene letta come un tassello di una più ampia strategia, nutrita da una simbologia biblica e da un messianismo che coinvolge tanto
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