La Scuola “Giovanni Tancredi – Vincenzo Amicarelli” ha aperto il dialogo sui diritti umani negati
Cittadinanza attiva  |  06 Dicembre 2024 14:43  |  Visite all'articolo:95  |  A+ | a-
Allievi della Scuola "G. Tancredi - V. Amicarelli" di Monte Sant'Angelo (FG)
Allievi della Scuola "G. Tancredi - V. Amicarelli" di Monte Sant'Angelo (FG)

di Donata dei Nobili

“La violenza contro le donne viola i diritti umani” e impedisce di cogliere lo spirito delle  nuove dinamiche del rispetto reciproco.
Le Nazioni Unite hanno promosso sedici giorni di attivismo contro la violenza di genere. L’iniziativa  è stata congiunta a due  ricorrenze: il 25 novembre (giornata internazionale sulla violenza contro le donne) e il 10 dicembre (giornata internazionale per i diritti umani).
Sedici giorni per riflettere e chiedere l’eliminazione di tutte le forme di violenza nel rispetto dei diritti umani.
Gli allievi della Scuola Secondaria “Giovanni Tancredi – Vincenzo Amicarelli” di Monte Sant’Angelo hanno raccolto l’invito delle Nazioni Unite e con i docenti hanno rappresentato “i diritti negati” con uno spettacolo pubblico. Ognuno dei partecipanti ha incarnato e dato voce ad un “diritto negato”, costruendo  un dialogo aperto con i tanti partecipanti.
C’era una gioiosa atmosfera di festa, nell’aula magna della Scuola. In quell’ambiente giocondo le ragazze e i ragazzi hanno narrato l’uomo, la storia dell’umanità, guardando agli accadimenti di ieri e di oggi, che comportano rischi, non sempre evidenti.
Nei loro racconti è emerso “un vecchio uomo”, che fatica ad uscire dal passato. Quell’uomo  che trascina dietro di sé i vissuti di un mondo logorato, colmo di agiti di violenza.
Quello raccontato, è il mondo lacerato da guerre e da diritti naturali non riconosciuti, persistente nel nostro vivere quotidiano. E’ quel mondo di sopraffazione, che continua ad invadere l’esistenza di gran parte dell’Umanità.
In questo scenario incoerente, donne e uomini, anziani e bambini, ricchi e poveri sono gli artefici e le vittime di “poteri” che ancora  non riescono a comprendere i bisogni ed ad ascoltare la voce dei tanti “dannati della terra”, una voce soffocata dal controllo geografico, politico, economico, sociale e culturale.
A questi pensieri sparsi ed eretici, gli allievi della Scuola “Giovanni Tancredi-Vincenzo Amicarelli” hanno incatenato il loro attivismo contro la violenza di genere, facendo proprio il monito delle Nazioni Unite “Nessuno deve essere lasciato indietro: poniamo fine alla violenza contro le donne e le ragazze”.
Durante lo spettacolo scolastico, i giovani cittadini del “villaggio globale”, hanno affidato la speranza di costruire un “mondo plurale e nonviolento” a canti in difesa delle tante fragilità.
Nei loro monologhi tuonavano le guerre, gli anziani, le donne, i bambini, i diversamente abili, i rifugiati, i migranti, le minoranze,  le popolazioni colpite da conflitti etnici e dai tanti disastri naturali.
Argomenti, certo, intricati, che non hanno appannato i tanti diritti sociali di quel pezzo di Mondo che si confronta con l’intelligenza artificiale.
Gli allievi della Scuola, nonostante i complicati intrecci delle violenze, non hanno mostrato reticenza a parlare anche dei tanti diritti costituzionali negati nella propria comunità, che, spesso, li priva di spazi e  pratiche proprie dello Stato di diritto.
Durante la rappresentazione, il coro, diretto da Bartolomeo  Gerardi e Massimo Liotta,  ha narrato il contrasto alla violenza di genere con i canti “Forza e coraggio” di Alessandra Amoroso e “Warrior”  di Demi Lovato. A far da cornice, è stata  la  coreografia ispirata al brano “Human Rights”, vivacizzata da balli eseguiti dalle giovani allieve e curati  dalle docenti Antonella Colangelo, Giovanna Prencipe e Doriana Vitariello.
Da questi agiti culturali e sociali collettivi della comunità scolastica è scaturita la considerazione del Dirigente Scolastico, Nicandro Rago, che ha  affermato : “Da qui siamo partiti, da questa riflessione sulle violenze, dall’ascolto, dal tempo dedicato alle persone in difficoltà. Cosi, si è voluto  evidenziare che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge,  senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. 
Con queste parole, il Dirigente   ha voluto ringraziare i protagonisti della bella giornata, invitando i convenuti al rispetto della dignità di ogni persona  per comprendere i bisogni degli ultimi.



 
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