All'attenzione di
Dr. Nardulli SISP ASLBA; Assessore Sanità Reg. Puglia; Prof. P. Taurisano UNIBA; Pres. Emiliano Reg. Puglia; Dr. Sanguedolce Policlinico Bari; Eminenza G. Satriano; Dr.ssa D. Renzetti Villa Giovanni (gruppo KORIAN)
La provvidenza ha voluto che, alla vostra iniziativa per le RSSA, " Progetto Ricerca (Healthy Ageing) ASL BARI", di concerto con l'Università, inerente alla “Promozione e Valorizzazione dell’Invecchiamento Attivo e della Buona Salute”, associassi le questioni che da tempo impegnano le mie energie, e che affrontano il tema della fragilità nella nostra società "cosiddetta civile". Questa rivela ormai nella nostra cultura un orientamento utilitaristico e materiale dell'esistenza, caratterizzata da persone affaccendate, dedite a celare la presenza dei richiami bisognosi di un'umanità spesso tradita, educando alla distanza, cancellando simbolicamente la presenza delle persone che portano come segno l'autenticità di vissuti che contribuiscono alla crescita culturale di tutti noi. I vecchi non producono, sono espulsi dalla società che non ha interesse a mantenere chi non lavora, perdono l'indipendenza in ogni senso, paradossalmente nella nostra società dall'opulenza, eccedenze e dello spreco! Sicché, riconosciamo un modello socio economico del profitto, da cui la lotta incessante tra oppressi e oppressori, che mina le qualità spirituali per le quali siamo al mondo, che dovrebbero inderogabilmente promuovere null'altro che significato etico a causa della fatica del vivere. Assistiamo impotenti al progressivo mutamento della nostra società neoliberista che capitalizza in profitto, anche la Sanità: l'assalto alla diligenza! Nosocomi trasformati in Aziende, che perseguono il contenimento dei costi, per i quali la salute, tempestivamente sempre più, è tutelata dalle assicurazioni e consulenze private, a fronte del modello pubblico sedicente presunto fallimentare dai tempi di attesa biblici, stessa stregua per gli inserimenti nelle strutture in argomento. Non è il modello di Sanità che gran parte dei cittadini vogliono che raccolgo dalle testimonianze. Mi espongo perché testimone da comprovata esperienza decennale, in quanto mio fratello ospite in RSSA, accolto dal Centro Salute Mentale, inficiato spesso dall'assunzione di sedativi prevista dai protocolli disumanizzanti della biochimica, che l'ho ha ridotto a larva umana. Beninteso, agli anziani spesso va adeguato lo stesso trattamento, parlo di Villa Giovanna (gruppo KORIAN), dove insieme a mio fratello dimora anche la mia mamma. Le condizioni degli anziani ricoverati sono paragonabili a quelle dei malati negli ospedali psichiatrici. Non esiste neppure, in molti casi, una differenza nel modo d'internamento. Pratiche di contenzione che ritengo estese in gran parte delle RSSA! Sono dati rilevabili dalle testimonianze di noi parenti, nonché da alcuni coraggiosi operatori che comprensibilmente richiamano l'anonimato. Pertanto, giungo al VULNUS delle considerazioni, con l'ennesima denuncia indirizzata alle autorità, e che in questo caso investe la vostra iniziativa che interessa le RSSA, gli anziani, nonché persone da particolari fragilità (servizio igiene mentale) che spesso albergano in queste realtà, e che necessiterebbero quotidianamente di personale dedicato, purtroppo assente. Storie negate alle moltitudini dal disagio psichico, che hanno diritto di tornare alla banalità delle relazioni. Ricordo che lo psichiatra Franco Basaglia non è stato solo quello che ha chiuso i manicomi, ma è quello che si è battuto strenuamente per restituire diritto, cittadinanza, dignità, singolarità, cura. In quanto agli anziani poi, come si fa ad ignorare e annullare i richiami incessanti di un'umanità emarginata, parcheggiata nelle stanze e nei corridoi, investita dalla crudele solitudine e sconforto, alla quale la scarsa presenza del personale strutturato poco può giovare. Informo che 2, non più di 3 di questi sono impegnati per 40 ospiti per ogni piano! Parvenza di "Livelli Assistenza Essenziali" ridotti al minimo, se non addirittura decurtati, inficiati altresì da reclutamenti di personale in cooperativa. Questo è lo stato dell'arte della sanità dalla eccessiva medicalizzazione, a cui chiedo sbigottito e sconcertato, con quali numeri (personale) intende realizzare il Progetto in itinere, che intenderebbe il recupero possibile per gli ospiti attraverso tecniche psicometriche e quant'altro, come recita il Progetto, ignorando la condizione di soggetti abbandonati ad un indegno destino. La nostra pseudocultura, ormai colma di disvalori, dimentica, causa di una sottesa ipocrisia originata dall'estremo individualismo dei nostri tempi che, il benessere delle persone è acquisito vivendo in gregarietà, nutrendosi di attività che sono scambio umano. Mancano personale qualificato, idee e spazi di condivisione, attività ludiche, al fine di rendere gioviali le giornate per chi ha la consapevolezza che sta per congedarsi dalla vita ed è ancora in grado di apprezzare tali propositi. Al Progetto Geriatrico della scienza va surrogato il Gerontologico. La medicina è arte, sebbene si avvalga abusando del metodo scientifico. Essere anziani non è sinonimo di malattia. Al dinamismo della materia vivente va promosso associando, il mondo dell'affettività che è foriero di emozioni, giacché siamo fatti di queste, in ogni rivisitazione mnemonica. Tutto ciò, si oppone all'interpretazione da ammasso cellulare concepito dagli opportunismi della pseudo scienza, da cui le teorie riconducibili alle interpretazioni diagnostiche, nonché al vostro Progetto in argomento, la cui strategia promuoverebbe azioni e misure volte al mantenimento delle abilità residue, nonché l'ampliamento della riserva cognitiva, intendendo contrastare il declino attraverso stimolazioni e psicomotricità. Senza empatia, parliamo di un universo da 60 trilioni di cellule che nel corpo umano muoiono e si rigenerano col folle numero di 18 biliardi al minuto! Il progetto è fondato su congetture, un'illusione. Dette finalità possono essere realizzate di certo mediante assunzione nutrita di personale, che andrebbe almeno più che raddoppiato, ed in particolare selezionato per vocazione. Lo studio del "Progressivo Invecchiamento della Popolazione" su base Malthusiana ostentato dai "Sapientoni", che giustificherebbe un aumento di queste realtà dedite all'accoglienza, denota una società che ha fondato le strutture sulla mitologia del lavoro. Gli anziani, il nostro modello sociale, li ha fatti diventare macchine, quando sono fuori uso, non adoperabili, le butta via, generando l'isolamento di quel gruppo che popola la società. Lo scandalo della solitudine! La terza età è dunque destinata al ghetto, e questo è anche l'Istituto di ricovero, l'ospedalizzazione quale che sia, da cui oggi, con la pseudo pandemia ne raccogliamo l'esacerbarsi di detta condizione. Recentemente è stata pretesa l'educazione alla distanza, che ha generato muri dall'estremo isolamento, inficiando con disturbi psicosomatici persone già fragili, con relativo degrado dell'immunità, a cui adesso si cerca di porre rimedio. Informo che la mia mamma, a cui non ho consentito inoculassero la raccomandata proteina Spike, da questo pretestuoso isolamento ha contratto una forma di disartria! Le RSSA devono tornare ad essere villaggi, dove ospiti e visitatori si incontrano, con le loro storie, bisogni, banalità della vita quotidiana, le incertezze. Di contro ancora oggi, e parlo di Villa Giovanna, sperando che sia l'unica realtà, ma che dubito, è impedito ai visitatori di recarsi liberamente presso i piani dove albergano i propri cari, a menzione che prima dell'emergenza ciò era permesso. Segnalo che addirittura, dal 15 di agosto incomprensibilmente sono state reintrodotte le mascherine su indicazioni del Ministero della Salute. E’ bastata un'opportunistica banale passeggera alterazione respiratoria tra gli ospiti! Il ruolo dell'untore va bandito, soprattutto perché, ed è notizia di questi ultimi giorni, l'A.I.F.A. ed E.M.A. hanno dichiarato che lo pseudo vaccino, la fantomatica proteina Spike secretata militarmente, non è stata efficace per immunizzare, né tantomeno ha osteggiato la trasmissione. Un'emergenza gestita malissimo, a danno soprattutto delle fragilità. Ad acclarare quanto detto, nell'intento che emerga il controsenso del Progetto, la recente intervista, e non è l'unica su questi argomenti, quella del professor Bernabei (Istituto Superiore Sanità) alla presenza dei Presidenti, Emiliano e Toti (VIDEO in allegato) che, a seguito di esternate contabilità ragionieristiche, conduce la questione degli anziani alla soluzione per l'eutanasia. Credo fermamente, invitando tutti, che bisogna ribellarsi a tutto questo, nonché allertarsi, dato che da una DELIB. REGIONALE N° 18 del 18/01/23, che contempla la DELIB. del Policlinico di Bari, Direttore Generale n. 997 N° 997 dell'08/06/18 (nota pro. N° AOO_005-0000247 del 10/01/22, si evince che le istituzioni hanno promosso la composizione di un'equipe che orienterebbe i pazienti in particolari condizioni, a porre fine alla propria esistenza, quando invece il dolore è valore mediato dall'altro che, ci trasmette l'ineludibilità della condizione umana e la sua verità. La sofferenza non in termini masochistici è un valore importante, conduce le persone a riconoscere la condizione del limite e della propria potenziale fragilità che, prima o poi interessa tutti, essendo foriera di significati. Tutto ciò pedagogicamente insegnatoci dalla Buona Novella, da cui purtroppo la nostra società si sta allontanando.
Dott. Luigi Cellamare 338 2742371