In questo numero: zero



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Speciale Natale: obiettivo solidarietà
La vecchia fundéne a quatte fruscé
Lettera ad un bullo
Dino Sorrisino, sindaco del paese.
La famiglia, la musica, lo sport, la moda ...
Soli in casa e in famiglia.


Ragazzi che...

di Michele d'Errico

Si parla di bulli, ragazzi di strada, teppisti, geni, hacher, hooligans, prodigi nella musica, ragazzi, nel bene e nel male, "diversi", che fanno parlare la gente. Perché nessuno parla dei ragazzi "normali"?
In questo mondo virtuale, artefatto e scintillante, la "normalità" è il sogno dei ragazzi della 2° A e 3° D della "V. Amicarelli".
Ragazzi "normali" che nel loro normale piangere, sorridere, scherzare, soffrire manifestano le emozioni di una società "normale", semplice, umana, autentica. Giovani che vogliono esprimere le proprie idee con semplicità, su una comunità, che sembra tutt'altro che funzionare.
E sono loro, in questo giornale, a raccontare, con lo sport, la musica, la moda, le inchieste, le interviste, i sondaggi, le vicende locali, nazionali ed universali, che investono, come un'onda anomala, la vita quotidiana.
Giovani coraggiosi che fanno sentire le loro voci attraverso questo piccolo "Spazio ai Giovani", nella speranza che siano ascoltati e valorizzati da adulti impauriti e distratti, che sembrano non voler sentire ragioni. Sono loro ad aver narrato di quanto gli adolescenti siano scoraggiati, impauriti da un futuro caotico e minaccioso, da cui c'è il rischio di restare imprigionati.
Con questo giornale, si vuole squarciare il velo delle "diversità", urlate ed incomprese, per mostrare le risposte solitarie con cui i giovani-adolescenti rispondono ad una società chiusa, che rifiuta di dialogare.
Solitudini che i tanti adolescenti vivono nello studio, nella musica, nelle mode "assurde". Questo tentativo giornalistico è un modo per convivere in una realtà, che non si riesce a combattere.
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Questo giornale

Con questo giornale l'associazione "Genoveffa De Troia" offre spazi liberi ai ragazzi/e, per costruire comunità responsabili.

Direttore responsabile:
Donata dei Nobili, giornalista iscritta all'Albo
Direttore editoriale: Michele d'Errico

A questo numero hanno collaborato i ragazzi della 5°A, 2°A e 3D della Scuola Media "V. Amicarelli":
Antonia Accarrino
Annamaria Accarrino
Ariana Gentile
Angela Ciociola
Arianna Notarangelo
Alessia Falcone
Clarissa Murgo
Chiara Giusy Ciccone
Donatella Quitadamo
Federico Biscari
Giuseppe Ortore
Irene Belvedere
Laura Potenza
Liana Palena
Liliana Palumbo
Luigi Battista
Rosa Lina Li Bergolis
Marilina Rignanese
Michele Quitadamo
Nicola Azzarone
Pietro Ferrantino
Rosalba Aulisa
Rossella Arena
Serena Gentile
Valentina Palumbo

Ringraziamo

Questo "giornale" è stato dato alle stampe anche grazie alla sensibilità ed al piccolo contributo di:

Impresa Edile Ciliberti Giuseppe
Profumeria Luisa
Cristalleria "Boutique del regalo Michela
Gioielleria dei Nobili
Abbigliamento Arciuolo
Alimentari San Michele
Evergreen Sportwear Rignanese Salvatore
G A Guerra Atonia e C. snc
Chichino Pane
Drengot's pub-wine bar
Ottica Lionetti
Macelleria di Biondi Pasqua
Gioielleria il tempio dell'Incanto
Eredi Villani
Serramenta Li Bergolis Libero
Market S. Matteo di Rinaldi F.& Savastano D.
Meridiana SNC Bibite e alimentari
Falcone P.P.
Il Buongustaio
Associazione Amici dell'Arte
La Venezolana SNC
Bar Esperia di Crisomolo Enrico
Rago Caterina & C. snc


GRAZIE! Nel prossimo numero (tra l'altro):
Speciale Fare Scuola ...


Gli articoli vanno inviati a: deinobili@alice.it 

Giornale libero dei ragazzi e di Monte Sant'Angelo - Foggia - dall'Associazione "Genoveffa De Troia" - 19 DICEMBRE 2010 edizione n° 0
Due generazioni a confronto

L'adolescenza…raccontata in bianco e nero

Michele d'Errico - Pietro Ferrantino - Federico Biscari

La nostra e la loro adolescenza. Il Presidente del Centro Sociale "S Michele Arcangelo" di Monte Sant'Angelo si racconta e si confronta con i ragazzi di oggi

Gli adolescenti "sono soltanto una risposta agli altri. Non hanno una loro identità. Sono gli altri che forniscono la loro esistenza". Pensieri pungenti - scritti in "Essere e tempo" da M. Heidegger - che fanno eco nell' esistenza di tanti ragazzi. Nella piccola cittadina garganica, Monte Sant'Angelo, i piccoli "giornalisti" della scuola "V. Amicarelli" hanno verificato questa antica verità, incontrando gli anziani del Centro Sociale, parlandone con il presidente Orazio Piemontese e raccontando, a modo loro, l'adolescenza, l'età d'insicurezza e di brusca crescita. Questa fase della vita l'hanno descritta, confrontandola con quella di diversi anni or sono. I giornalisti "in erba" hanno rispolverato il giornalismo d'inchiesta, per conoscere le diversità e le somiglianze degli adolescenti del ventunesimo secolo da quelli del post guerra.

Per attingere informazioni, hanno cercato le storie di vita dei nostri avi, spesso messi da parte per far largo alle nuove generazioni.
Un'équipe, composta da Michele d'Errico, Pietro Ferrantino, e Federico Biscari, si è spinta oltre, intervistando il presidente del Centro Sociale "San Michele Arcangelo" di Monte Sant'Angelo, l'ultrasettantenne Orazio Piemontese.
Il Presidente ha narrato i tanti avvenimenti della sua vita, ma si è soffermato sulle criticità delle "nostre società", in particolare sui tanti problemi riguardanti le prospettive future d'ogni adolescente moderno.
Egli si è espresso con toni quasi drammatici. Ha parlato del bisogno viscerale dei giovani di emergere, di scavalcare l'altro in una corsa continua alla ricerca di un benessere materiale.
Li ha definiti giovani - vecchi che tralasciano i valori fondamentali quali l'amicizia, il rispetto e la lealtà per rincorrere mode passeggere.
"In questa assurda competizione -ha raccontato - i giovani, specie quelli più deboli, sono incapaci di sostenere i ritmi assurdi della vita moderna che oggi, la società, sempre più spietata, impone. Giovani adolescenti che vivono l'angoscia di non riuscire a reggere in un mondo sempre più esigente, che, spesso, limita la scelta del proprio futuro".
Un vissuto, questo, opposto a quello del Presidente. Egli ha narrato, con tanto sentimento, di quando la vita, specie nella fanciullezza e nell'adolescenza, era semplice, priva dell'eccessiva competizione, che anima le città d'oggi.
Di quando, nel suo tempo, seppur ricordato come un periodo buio, caratterizzato da fame e povertà, si viveva con una piacevole leggerezza, che per il mondo odierno sembra quasi irreale.
Il Presidente si ferma. Poi, ripete, più volte, la frase: "Era tutto più facile". "Era tutto più facile". "Allora - continua - non si viveva con le angosce continue del nostro tempo, bensì in un clima di serenità, dove prevaleva la semplicità agli idealismi, la fratellanza al pregiudizio, la gioia di vivere al continuo programmare ogni azione quotidiana".
L'incontro con il Presidente degli anziani del Centro Sociale montanaro fa riflettere sul progresso e il benessere materiale di questa generazione di adolescenti, ma incuriosisce ed emoziona. Il suo è stato un grido di appartenenza alla nostra comunità, sempre più fragile.
A volte, posare lo sguardo sul passato, aiuta a ritrovare quella "leggerezza", quella semplicità e quella gioia di vivere, che spesso si cerca nella ricchezza a scapito di una vera vita autentica.

 
Campioni senza scarpette

Giuseppe Ortore Michele Quitadamo Michele d'Errico

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A Mussolini sono serviti dieci mila uomini per conquistare l'Etiopia. All'Etiopia è bastato un solo uomo scalzo per conquistare l' Italia".
Queste sono state le parole del campione dei giochi olimpici di Roma, l'etiope Abebe Bikila. Era il 1960. Egli passò alla storia per essere stato l'unico uomo a vincere due olimpiadi consecutive nella maratona, ma, anche, per averle vinte a piedi scalzi, lasciandosi alle spalle il mondo e i suoi pregiudizi. Un uomo di poche parole, accorto alla povertà del suo Paese. Una condizione sociale emulata a Monte Sant'Angelo. In questa città, tanti atleti si allenano sullo sterrato, sulle scoscese strade asfaltate piene di macchine e persone.
Nonostante le trasmissioni scientifiche ricordino dei vantaggi psico-fisici dello sport, in questa comunità lo sport è solo sinonimo di calcio. Si ignora il resto.
Ma ai ragazzi che non soddisfa il calcio cosa spetta? Il Comune risponde niente. E pensare che basterebbero una pista di atletica da sole tre corsie, una piscina semiolimpionica e qualche altro impianto. Qui, si sta perdendo il senso dello sport, che non può essere inteso solo come vanità o violenza .
Essere sportivo è aver consapevolezza di essere sconfitto e di lottare per vincere con umiltà.
Essere sportivo vuol dire non avere orizzonti e guardare al tramonto con la consapevolezza di aver dato il massimo, certo che nessuno potrà mai cancellare la tua impronta sull'asfalto.

 
Un giornale che vuole essere libero

Fuga dalla preistoria, verso comunità solidali e responsabili.
Il sogno dei ragazzi della scuola "V. Amicarelli" di Monte Sant'Angelo

Questo giornale, si pone la finalità di aiutare i ragazzi/e a crescere in una Comunità responsabile ed a saper riconoscere le virtù e la storia della loro città. "Spazio ai Giovani" viene elaborato fuori dalle istituzioni scolastiche ed in orario extrascolastico. E' aperto a tutti gli adolescenti del Mondo. I pezzi scritti sono liberi e gratuiti e vengono pubblicati previa autorizzazione scritta dei genitori o di chi ne esercita la patria potestà. Il giornale non ha fini di lucro o politici. Il ricavato economico sarà devoluto alla Parrocchia di san Francesco di Monte Sant'Angelo. Questo numero zero è finanziato, principalmente, dai volontari e dagli operatori della locale comunità psichiatrica "Gheel".

 
L'arcipelago delle emozioni

Irene Belvedere Gentile Arianna Gentile Serena

Lettera ad un "bullo"

Sai, la nostra Prof.ssa ci ha spiegato cosa accade nel mondo interiore di un "bullo".
Ci ha detto che chi è violento con le persone non sta bene con se stesso. Noi abbiamo voluto capire di più e ci siamo chiesti : " Come può essere che una persona "forte", "sicura" e "coraggiosa" sia malata?"
La Prof.ssa ci ha fatto vedere un "librone", che orienta i medici nell'individuare le malattie ed, insieme, l'abbiamo letto.
Con un titoletto nero era spiegato il Disturbo della condotta fino all'età di 17 anni. La Prof. ssa ci ha detto di trascrivere sulla lavagna tutte le manifestazioni comportamentali di un bullo.
Poi, ci ha spiegato che se un ragazzo assume solo tre di questi comportamenti, i dottori consigliano di informare i genitori, perché il ragazzo ha un "Disturbo della Condotta". Noi non sappiamo come aiutarti, caro amico, ma, ora, conosciamo quelli che la prof.ssa ha chiamato sintomi.
Te li elenchiamo, affinché tu possa cambiare.

Disturbo della condotta

Negli ultimi 12 mesi ha fatto il prepotente, ha minacciato o intimorito gli altri; ha provocato risse; ha utilizzato un'arma che poteva danneggiare qualcuno: pistola, bastone, coltello, ecc.. ; ha fatto del male alle persone senza motivo; ha fatto del male agli animali; ha rubato delle cose utilizzando la forza; ha costretto qualcuno ad aver rapporti sessuali o a subire molestie; ha appiccato il fuoco per danneggiare le proprietà altrui; ha violato la proprietà altrui: casa, macchine ecc … ; ha mentito per ottenere qualcosa o per truffare gli altri; ha rubato; ha trascorso la notte fuori casa; ha fatto almeno due fughe di casa; ha marinato, spesso, la scuola, già prima dei 13 anni.

 
Quelli che raccontano storie ...

di Chiara Ciccone

Dino Sorrisino, sindaco del paese

C'era una volta, un bambino di nome Dino Sorrisino.
Aveva i capelli rossi a spazzolino, un visino tondo e paffutello e tante lentiggini intorno al nasino all'insù.
La cosa più bella di questo bambino era la sua bocca, infatti, sorrideva sempre. Il suo sorriso aveva il potere di trasformare tutto ciò che esprimeva tristezza in gioia e allegria.
Così, riuscì a portare gioia in un piccolo paese.
In quel paese, c'erano i bambini che non giocavano più e persone adulte che erano tristi per colpa di una fata dispettosa, che aveva rubato le chiavi della felicità. Gli abitanti non sapevano proprio come fare.
Pensarono per tanto tempo ...
Poi, in un giorno di primavera, si riunirono nella piazza del paese per discutere e decidere il da farsi. Si ricordarono di Dino Sorrisino, il bambino dal sorriso contagioso, e decisero di andare a cercarlo. Scesero dalla montagna innevata, attraversarono una foresta incantata con alberi dai rami scheletrici, incontrarono belve feroci e orchi cattivi, fino a quando, finalmente, giunsero nel villaggio di Dino Sorrisino.
Chiesero in giro di Dino, incontrarono tanta bella gente sorridente e riuscirono ad incontrarlo sul sagrato della chiesetta del villaggio, indaffarato nel donare il suo bel sorriso a tutte le persone tristi. Dino subito si accorse che avevano bisogno del suo aiuto e si mise in viaggio con loro. Ripresero la strada del ritorno e, dopo un faticoso commino, quando arrivarono alle porte del paese, Dino si distaccò dalle persone che erano andate a cercarlo. Si recò della fata dispettosa. La fata aprì la porta di casa e venne contagiata dal sorriso di Dino Sorrisino, che la convinse a restituire le chiavi del sorriso.
Dino andò in piazza, restituì le chiavi ad un bambino melanconico e sulla bocca di tutti apparve il più bel sorriso. Da quel giorno, in quel paese, ritornarono gioia e serenità.
Tutti ringraziarono Dino Sorrisino e lo elessero sindaco del paese.

 
La solitudine delle famiglie

Rosa Lina Li Bergolis Clarissa Murgo

Soli in casa e in famiglia.
Soli in città con la voglia di partire

La famiglia è sempre stata il centro della vita sociale.
Tranne qualche caso, tutti erano legati dal sacramento del matrimonio. I ruoli all'interno della famiglia erano ben definiti: la moglie si occupava della casa e dell'educazione dei figli e il marito era il capo, comandava su tutto e provvedeva ai bisogni economici.
In ogni famiglia, c'erano in media quattro o cinque figli ,che aiutavano a lavorare i campi. I maschi, diventati grandi, imparavano il mestiere del padre, mentre le femmine aiutavano in casa, nei lavori domestici, per diventare delle brave casalinghe. In casa, si parlava di tutto, del bene e del male.
I problemi venivano risolti insieme e si apprezzavano le piccole cose. Si può dire che si sentiva il vero calore familiare. Oggi, se si guarda intorno, ci si accorge che non è più così. I nuclei familiari sono composti dai genitori e al massimo da due figli.
Ad essere cambiato non è solo la composizione del nucleo familiare, ma anche i rapporti tra i suoi membri. La donna, per esempio, non si occupa solo della casa e dell'educazione dei figli, ma, molto spesso, lavora fuori casa. Una donna lavoratrice, intervistata, ha dichiarato: "Passo quasi tutta la giornata al lavoro e solo la sera tardi torno a casa, quando tutti dormono". Per questo, molti ragazzi restano soli in casa e vengono lasciati per ore intere davanti la tv. Guardano, spesso, programmi diseducativi oppure vengono affidati alle cure di nonni o altri parenti.
Si è voluto conoscere di più. E' stato intervistato il figlio della donna lavoratrice, il quale ha dichiarato: " Passo la maggior parte del mio tempo libero o davanti la tv o al computer. Mi collego ai vari social network e, perciò, esco molto raramente per incontrare gli amici". Anche il ruolo del padre è cambiato. Oggi sono più presenti in casa e si occupano dell'educazione e della cura dei figli. Hanno, però, perso l'autorità dei padri temuti di una volta. La famiglia tradizionale è in crisi.
Nelle città italiane, i matrimoni tra omosessuali, l'aborto, la fecondazione artificiale e ultimamente le coppie di fatto, persone che convivono, sono in forte aumento. Nella nostra città, Monte S. Angelo, questa tendenza è ancora arginata. Cosa diversa è per le coppie separate e divorziate. Sono,ormai, molte quelle chiuse nel silenzio di continui litigi .
Molti figli sono costretti a convivere con genitori, che si aggrediscono, distruggendo la serenità familiare. Motivi forti, che scatenano la paura di mettere al mondo figli.
Da un'indagine svolta nella nostro città, sono emersi i seguenti dati: nel 2009 i nati sono 129, mentre i morti 139. Quindi, le nascite sono abbastanza basse e, addirittura, i morti sono più dei nati. Una seria emergenza sociale e demografica.
Le scuole, ogni anno, hanno difficoltà a formare le nuove classi, non solo per il forte calo demografico, dovuto all'ingresso di nuovi modelli familiari, ma anche a causa della "nuova emigrazione delle famiglie", che seguono i figli nelle città universitarie del nord. Costruirsi una famiglia oggi, come anche in passato, non è semplice.

 

Diciamolo a tutti

Piccole notizie
  • La villa comunale è in stato di abbandono
  • I reparti di Geriatria e di Lungodegenza dell'ospedale di Monte Sant'Angelo rischiano la chiusura?
  • In città, mancano le strisce pedonali
  • Il Sindaco ha promosso l'incontro con i Dirigenti per l'orientamento scolastico?

Ritorno dal futuro

di Luigi Battista

Anno 2031.
Dopo i lunghi governi di Silvio Berlusconi, i giovani si ribellano.
Molti sono smarriti e vagano in città anonime. Le famiglie si sgretolano.
Donne e uomini ritornano dalle guerre berlusconiane.
Molti impazziscono ed altri costituiscono bande armate. Un piccolo paesino resiste. E' Monte Sant'Angelo.
Tra i cittadini, c'è un patto: respingere le "riforme" governative. Le scelte del governo non penetrano, ma nel paesino cala un'afosa desertificazione. Molti ragazzi non riescono a viverci e fuggono.
Un vecchio generale rifonda la città e sceglie una terra santa: il "Galluccio". San Michele riappare ed il "Galluccio" diventa patrimonio dell'UNESCO. Ritornano i suoi antichi cittadini con la pietra filosofale della tecnologia e riparte la città.
Di colpo, i giovani adolescenti diventano adulti felici.

Come potete giudicare ...

di Irene Belvedere - Arianna Gentile - Serena Gentile

E' giusto giudicare i giovani dalle apparenze? No, perche in questo modo si sentono ossessionati, fino a chiudersi in se stessi, privi di reazioni. Tutto ciò è semplice da comprendere. La moda, per loro, è un punto di riferimento, espressione della personalità individuale e gruppale. I gruppi di oggi, a cui aderiscono, si differenziano per le loro caratteristiche, a volte particolari. Gli adolescenti scelgono quello in cui si identificano. Tra i tanti gruppi, ci sono quelli che amano il nero, i cosiddetti emo, dark, punk, che lo indossano tutti i giorni. Per gli emo, il nero non è una moda da seguire, ma un sentimento. Non è disprezzo, ma indifferenza verso chi non li capisce e li giudica. I dark, invece, hanno una visione negativa della vita, per questa ragione manifestano il loro mal di vivere. I punk - definiti ragazzi teppisti - esprimono con la loro estetica il proprio caos e disadattamento esistenziale. Parafrasando "I Nomadi", nella canzone "Come potete giudicare", lo fanno perché credono nel loro forme di espressione e non gli importa il giudizio della gente, sicuri di non far male a nessuno. A questi "gruppi alternativi", si contrappongono gruppi legati ai vestiti di marca, adolescenti invidiati e vanitosi. Gli stilisti da questi preferiti sono Armani, Dolce & Gabbani, Cavalli, Puma , Adidas ed altri. Nel passato, i gruppi di questo strato sociale indossavano abiti con cravatta. Oggi, invece, preferiscono jeans a basso vita e stretti con scarpette. Anche la capigliatura è identitaria. La maggior parte di questi giovani, usa la piastra, utilizzata, in passato, solo dalle donne. Ed adesso, "come potete condannar?"

La musica è per tutti...

di Pietro Ferrantino e Nicola Azzarone

Negli ultimi due anni, c'è stato un fenomeno sociale chiamato "boom della musica".
I ragazzi di Monte Sant'Angelo ne sono stati travolti. Sei ragazzi su dieci suonano uno strumento musicale, anche se il più gettonato è la chitarra, specialmente quella elettrica.
La musica più ascoltata e suonata è il rock anni 70-80.
In quegli anni, i gruppi più famosi erano: PINK FLOYD, GUNS 'N ROSES, QUEEN, gli AC/DC, gli IRON MAIDEN e altri gruppi simili.
I ragazzi scelgono e amano questi gruppi, perchè scrivono la vera musica, parlano di temi molto sentiti dai giovani di oggi: li fanno evadere, trasgredire. Una musica vera e non il "tunz-tunz" della musica -se così se può definire- house.
Questi artisti, oltre ai testi molto significativi per i ragazzi, trasmettono un messaggio di libertà, di ribellione contro le autorità attraverso i suoni. Esemplare è la canzone dei PINK FLOYD "Another Break In The Wall" del 1968, che parla di ragazzi intrappolati in una scuola con delle professoresse malvagie, a cui cercano di ribellarsi. La musica impegnata fa vivere un'esperienza positiva, che allontana i ragazzi dalla strada.
Ragazzi che si vergognano del loro paese, privo anche di un piccolo negozio di strumenti musicali.
Questo è davvero sbagliato!
Perché molti ragazzi vanno al Nord per fare una miseria di lavoro, quando potrebbero stare comodamente nei negozi della loro città, guadagnando?