26 gennaio 2014

"Pubblicazione del Centro di Riabilitazione Paolo VI" di Casalnoceto (Al)

 

INTRODUZIONE

Lo scorso 30 ottobre 1995 si è svolto a Casalnoceto l'ormai annuale Convegno organizzato dal C.R.T.I. dell'Università Cattolica del S. Cuore di Milano e dal Centro Medico di Riabilitazione Paolo VI di Casalnoceto.
Il Convegno dal titolo "Mente e Computer" ha raccolto interventi e contributi di vari studiosi che hanno fornito un'occasione di stimolo allo studio e all'approfondimento di importanti tematiche utili per chi opera in ambito educativo, sociosanitario e assistenziale.
Le relazioni presentate e raccolte nel presente nucleo monotematico, dopo una successiva e accurata rielaborazione da parte degli autori, hanno consentito di analizzare l'importanza dell'utilizzo del computer nel ritardo mentale non solo come facililatore all'apprendimento ma anche come strumento di potenziamento cognitivo. Gli autori hanno fornito, oltre all'inquadramento teorico, un concreto riferimento a modalità e metodologie di intervento.
Il Convegno è stato presieduto dal Prof. P.L. Baldi, associato di Psicologia presso l'Università Cattolica del S. Cuore di Milano.

G. Sartori ha presentato un contributo di ricerca riguardante "L'approccio connessionista nell'interpretazione del funzionamento mentale".
Dopo un primo inquadramento dei principali modelli teorici della ricerca neurologica, egli si è soffermato a presentare e sviluppare in modo analitico la recente teoria connessionista (o delle reti neurali).
Lo studio della simulazione del funzionamento delle reti neurali cerebrali attraverso l'utilizzo di sistemi artificiali permette di avvicinarsi al reale funzionamento del cervello in compiti di varia natura. Lo scopo dì una rete neurale è quindi quello di classificare e predire un insieme di eventi.

Diminuire al minimo l'errore di previsione, cioè lo scarto tra il risultato previsto e il risultato reale, è fattibile grazie alla possibilità della propagazione dell'informaziona a ritroso (back-propagation).
Essa, considerando la differenza tra i risultati previsti dalla rete e i risultati introdotti dallo sperimentatore, "torna indietro", aggiusta i vari pesi della rete e diminuisce lo scarto, garantendo una migliore capacità previsionale.

Sartori dimostra poi, attraverso due esemplificazioni, come le potenzialità dei sistemi a reti neurali possano migliorare l'accuratezza diagnostica di due reattivi psicologici come il T.R.O.G. che è un test di comprensione verbale, e il M.M.P.L (Minnesota Multiphasic Personality Inventory).
Le reti neurali offrono molteplici vantaggi: in particolare, permettono di verificare le conseguenze di un danno cognitivo o di simulare i processi di apprendimento come si ipotizza che avvengano in età evolutiva.
Dopo aver esposto il modello teorico l'autore ha dimostrato in maniera concreta l'ipotesi di funzionamento delle reti neurali attraverso la simulazione al computer. Il ruolo fondamentale che può svolgere il computer è sottolineato anche da G. Stella nel successivo intervento dal titolo "L'uso del computer come facilitatore dell'apprendimento".
Per i soggetti con disabilità cognitive il computer può essere uno strumento di interazione utile non solo per svolgere determinati compiti con maggiore efficacia, ma anche per favorire lo sviluppo delle funzioni cognitive.
Si adatta, infatti, ai tempi di elaborazione dell'informazione da parte del soggetto ed offre un notevole vantaggio in termini attenzionali.
Tuttavia non va sottovalutata la relazione tra computer e sistema cognitivo perché è quest'ultimo che "ponendo le domande al sistema esperto lo rende utile e lo finalizza".
Il sistema esperto può essere utilizzato in maniera proficua dal sistema cognitivo debole solò se risponde a due condizioni: gli scopi che realizza il programma devono essere comprensibili al soggetto che li utilizza e, in secondo luogo, le abilità del sistema esperto devono essere almeno in parte possedute dal soggetto.
Il computer, ribadisce Stella, "può solo integrare o migliorare le abilità o funzioni realizzate dal sistema cognitivo ma non può offrirle ad un sistema che le possiede". Viene inoltre presentata a titolo esemplificativo una sperimentazione condotta con un soggetto anartrico con debolezza cognitiva. La funzionalità del computer nel ritardo mentale è ulteriormente ribadita nell'intervento di F. Celi "L'utilizzo del computer nel ritardo mentale" che chiude la serie di interventi del mattino.
L'uso del personal computer non solo crea nel soggetto una spinta motivazionale maggiore, ma permette all'insegnante o al riabilitatore di effettuare un'analisi del compito, cioè di scomporre un obiettivo didattico nei suoi elementi semplici che possono poi essere insegnati gradualmente.
Il sistema, tenendo in memoria i risultati delle prestazioni del soggetto, permette all'insegnante di valutarne i progressi e di decidere se passare o meno all'obiettivo successivo. Permette, inoltre, di elaborare una particolare metodologia didattica e riabilitativa chiamata "apprendimento senza errori" che consiste nella corretta gestione degli aiuti e della loro attenuazione.
I programmi didattici per essere funzionali devono rispondere a due requisiti: adattarsi meglio, rispetto ai materiali tradizionali, alle specifiche esigenze di un allievo ed inoltre favorire l'integrazione del disabile nella classe. L'autore fornisce una dimostrazione pratica di un software multimediale chiamato "Tic Tac" elaborato per favorire l'abilità di lettura dell'orologio, poi mostra un prototipo per l'avviamento alla lettura di parole intere studiato per un bambino Down e per concludere presenta un ipertesto in una versione informatica facilitata della storia di Robinson Crusoè di Defoe creato per un ragazzo con ritardo mentale inserito in una classe.

Ai contributi specifici di ricerca si sono aggiunti i risultati di tre sperimentazioni svolte presso il Centro Medico di Riabilitazione "Paolo VI" di Casalnoceto o presso l'Istituto Psicoterapico "Dosso Verde" di Pavia.

M. Pilone presenta la prima sperimentazione centrata su "Potenziamento cognitivo: uso del computer e del problem solving".
Egli evidenzia i tre fattori su cui agire per sviluppare un intervento di abilitazione e riabilitazione cognitiva.
L'intervento innanzitutto deve mirare al potenziamento delle conoscenze e delle competenze del soggetto, deve agire a livello motivazionale e sviluppare nei soggetti la capacità di organizzazione.
I software didattici offrono programmi e curricoli molto specializzati che permettono di affrontare il problema dell'abilitazione cognitiva e metacognitiva. Pilone introduce un'esperienza effettuata in lavori di gruppo con soggetti con ritardo mentale lieve e medio-lieve.
L'intervento mira a sviluppare uno specifico addestramento al problem solving interpersonale e un potenziamento delle abilità metacognitive con un notevole miglioramento anche per la Qualità di Vita dei soggetti con ritardo mentale. Entrando nei particolari della sperimentazione T. Morgavi, C. Gatti e R. Chiapparoli, educatori professionali presso il Centro Medico di Riabilitazione "Paolo VI" di Casalnoceto e la Micro Comunità Maschile di Tortona, nei rispettivi contributi, illustrano le metodologie di lavoro utilizzate ed i risultati ottenuti con i singoli soggetti.
Tramite la discussione in gruppo e il role-playing si perseguono obiettivi come l'insegnamento di semplici routine comunicative di base, l'abilità di controllo e di automonitoraggio, la capacità di pianificare il proprio comportamento e lo sviluppo di un pensiero etico-morale.
Chiapparoli presenta anche alcuni programmi abilitativi da lui utilizzati (HTX, DPAINT) e delinea il campo di applicazione del computer che mira al potenziamento delle abilità cognitive di base e delle abilità cognitive più strutturate.
La seconda sperimentazione: "Potenziamento cognitivo: il metodo Feuerstein" è presentata da C. Muzio insieme a E. Banco, M. Cattaneo e P. Manfredi.
Egli inizialmente presenta il Metodo dal punto di vista storico e teorico e ne delinea i tre livelli fondamentali: valutazione dinamica del potenziale di apprendimento (LPAD), programma di arricchimento strumentale (PAS) e creazione di ambienti modificanti. Il Metodo propone una valutazione dinamica i cui risultati sono il prodotto dell'esposizione a degli stimoli e della loro mediazione.
Il soggetto trae i contenuti dall'esperienza diretta, ma è la mediazione che ne permette la concettualizzazione.
Lo sviluppo delle funzioni cognitive, quindi, non avviene solo per l'interazione tra il mondo degli stimoli e il bambino ma in virtù di una interazione tra il bambino, l'ambiente e la madre che è la prima figura mediatrice.
La funzione mediatrice nelle situazioni di alterato sviluppo psicologico "diventa essenziale per promuovere quel processo di adattamento e accomodamento che è risultato carente o fortemente alterato".
Il modello operativo elaborato da Feuerstein e dalla sua équipe permette di analizzare e interpretare un compito in funzione delle prestazioni di ogni individuo attraverso sei parametri specifici.
L'applicazione del programma Feuerstein, presentata in maniera analitica e puntuale, è stata sperimentata presso l'Istituto Psicoterapico "Dosso Verde" di Pavia e il Centro Medico di Riabilitazione "Paolo VI" di Casalnoceto.
M. Gilardone presenta la terza sperimentazione su "Potenziamento cognitivo: musicoterapia cognitiva e logoterapia di intervento educativo". Egli sottolinea l'importanza del personal computer nell'ambito della medicina riabilitativa, in particolare come strumento abilitativo, come ausilio comunicativo e come strategia alternativa all'utilizzo di materiale cartaceo, sonoro, ludico, ecc.
Gilardone insieme ai suoi collaboratori presenta i principali programmi utilizzati nella riabilitazione logopedica suddividendo il materiale in tre livelli: fonetico-fonologico, semantico e morfo-sintattico e di letto-scrittura. La seconda parte dell'intervento si è incentrata su un'esperienza di applicazione della musicoterapia utilizzata come strumento di educazione alla percezione uditiva.
La metodologia del percorso educativo o rieducativo prevede un'organizzazione del lavoro finalizzata alla sintesi di un eserciziario e su questa proposta base, l'operatore deve poi costruire un modello adattabile volta per volta alle esigenze dei soggetti sottoposti al training abilitativo.
Mediante dimostrazioni al computer sono stati presentati i programmi riabilitativi utilizzati e, inoltre, la visione di materiale audiovisivo che riguardava l'intervento musicoterapico ha fornito ai partecipanti un'utile esemplificazione della metodologia proposta.
Da tutti i contributi scientifici proposti emerge chiaramente la valenza del personal computer che non solo permette di ampliare e diversificare l'intervento riabilitativo ma fornisce anche notevoli vantaggi operativi.
Rimane di indiscutibile rilevanza la mediazione dell'educatore che sarà sempre figura imprescindibile accanto al software.
Per tali ragioni i contributi presentati al Convegno oltre a fornire preziose indicazioni ci offrono anche un'attenzione critica e spunti di riflessione per l'educazione e la riabilitazione dei soggetti con ritardo mentale.

 

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