Per scoprire le nuove frontiere della salute mentale
29 maggio 2023

Per migliorare la reclusione di coloro che sono oggetto di condanna penale e reclusi nelle ospedali psichiatrici giudiziari (OPG) oggi tramutati in REMS, (residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza).

Parliamo ancora delle REMS e di reclusione in una struttura psichiatrica giudiziaria.
Riflessioni sull'evoluzione dei servizi di salute mentale che dalla Legge Basaglia viene ai nostri giorni. Nuove prospettive di accoglienza.

Le molte figure professionali impegnate oggi nei Dipartimenti di Salute Mentale comprendono la malattia e le difficoltà che può provocare, agiscono anche a favore di coloro che sono portatori di disturbi psichiatrici, la cui personalità viene definita pericolosa e sono stati oggetto di condanna penale. Una revisione della Psichiatria Forense nei suoi spazi di dibattito, può creare una dialettica nuova per migliorare la reclusione di coloro che sono oggetto di condanna penale e reclusi nelle ospedali psichiatrici giudiziari (OPG) oggi tramutati in REMS, (residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza). « La misura del ricovero in OPG è disposta, secondo quanto stabilito dall’art. 222 del codice penale, per un periodo non inferiore a due anni nel caso di proscioglimento per infermità psichica, intossicazione cronica da alcool o da sostanze stupefacenti, salvo che si tratti di contravvenzioni o di reati per i quali legge stabilisce la pena pecuniaria o la reclusione per un periodo non superiore nel massimo a due anni, in quei casi la sentenza di proscioglimento è comunicata all’autorità di pubblica sicurezza. » (http://www.parlarecivile.it/argomenti/salute-mentale/opg.aspx)

La psichiatria italiana si è fatta conoscere per le importante riforme apportate al proprio sistema assistenziale, esisteva fino a pochi anni fa un’altra realtà che contrastava fortemente con il nuovo paradigma riguardante la salute mentale. Si era venuto a creare una situazione in cui all'interno del territorio italiano convivevano le più moderne strutture e pratiche terapeutiche riabilitative, insieme ad antichi e oscuri istituti per la Psichiatria Forense. Si tratta degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG), che non essendo oggetto di gestione del Sistema Sanitario Nazionale, ma bensì dal Ministero di Grazia e Giustizia, non hanno risentito delle novità, come il miglioramento dell'insieme delle strutture e il cambiamento della mentalità dei singoli.

Dobbiamo considerare che buona parte della società, più o meno consapevolmente, descrive le persone affette da disturbo psichiatrico, imprevedibili e pericolose, e questi pregiudizi sono ancora più forti nei casi di malato mentale è fautore di reato.
Il dibattito è ancora aperto e coinvolge vari operatori del settore di assistenza, come pure gli studiosi della materia, si concentra principalmente sui concetti di pericolosità sociale e di “ergastolo bianco”.

Un individuo che è portatore di una disturbo mentale, che commette un reato, e il giudice ritiene che è socialmente pericoloso

Ospedale Psichiatrico Montelupo

Definiamo una persona socialmente pericolosa quell'individuo che commette un reato e si dimostra capace di reiterarlo, manifestando caratteristiche caratteriali di violenza e impulsività che lo porteranno a delinquere nuovamente.
Sta al giudice cercare di prevedere la possibilità che la persona possa commettere un reato in futuro e quindi stabilirne la pericolosità sociale.

Ma per quanto precisi possano essere i metodi di valutazione e pratiche di giudizio, si tratta di una mera interpretazione del comportamento della persona, una serie di deduzioni che non sempre possono rivelarsi corrette ed esaustive con il rischio di punire ingiustamente un soggetto mal giudicato.
La figura del giudice quando agisce deve essere completamente libero da pregiudizi, da stereotipi e basarsi solamente su criteri di carattere oggettivo, fornendo un parere puramente soggettivo che si basano su esperienze e intuizioni che noi accettiamo ma che sono incomplete. Noi non pensiamo sia corretto il fatto di valutare una persona solamente dal suo passato, dalla sua condizione familiare e dalla sua condotta di vita presupponendo che le intenzioni future saranno coerenti con il vissuto e creino ulteriori danni alla società.

Un altro oggetto di dibattito è il cosiddetto “ergastolo bianco” all’interno degli OPG riferendoci a coloro che internati, che hanno trascorso il periodo di tempo corrispondente alla loro pena all’interno degli ospedali psichiatrici giudiziari, non vengono rilasciati perché considerati pericolosi. Questa situazione è stata il grimaldello con il quale si è operata la chiusura degli OPG avvenuta con la legge 81 del 2014 e l’istituzione delle REMS (Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza), di cui ogni regione deve fornirsi per la gestione di autori di reato con patologie psichiatriche.
Note: Il superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari: a new deal per la salute mentale?, Rivista di psichiatria, disponibile al link: https://www.rivistadipsichiatria.it/archivio/2040/articoli/22158/

Il 31 marzo 2015 è entrata in vigore la Legge 81/2014 che ha decretato la definitiva e storica chiusura dei sei Ospedali Psichiatrici Giudiziari in Italia. Con tale legge viene tracciato un nuovo assetto assistenziale che prevede la messa in funzione di strutture alternative ai vecchi ospedali, quali le Residenze per Esecuzione delle Misure di Sicurezza (REMS), ma soprattutto viene promosso un nuovo approccio curativo-riabilitativo nei confronti della persona affetta da disturbo mentale autrice di reato, pericolosa socialmente, approccio finalizzato al recupero sociale con tempi misurati sui bisogni assistenziali personalizzati

Le REMS sono strutture sociosanitarie di dimensioni ridotte con al loro interno figure professionali sanitarie, dipendenti per competenza del Sistema Sanitario Nazionale per cui la loro gestione è quindi affidata ai Dipartimenti di Salute Mentale. La legge stabilisce che la permanenza nella struttura non debba superare il tempo superiore al periodo indicato dalla pena di detenzione che è prevista per lo specifico reato commesso, con la definizione precedente di un piano terapeutico riabilitativo individuale per ogni persona internata. Nonostante questo limite per la permanenza, si fa riferimento alla perizia di pericolosità sociale stabilita dal giudice nella sua sentenza, che prevede il ricovero nelle REMS per i casi in cui potrebbe persistere il rischio di una probabile reiterazione del reato, e quindi consente una proroga all’internamento. Inoltre, le REMS vengono predisposte ad accogliere, eventualmente, anche i detenuti nelle carceri civili ai quali venga diagnosticata una patologia psichiatrica sopraggiunta e che necessitino di adeguate cure sanitarie non possibili nelle strutture penitenziarie.

L'insieme della casistica presente nella psichiatria forense e il suo adeguamento alla realtà delle nuove strutture è tuttora in fase di adattamento alla normativa e il dibattito sull’argomento è ancora acceso. C’è il rischio che le REMS diventino in breve tempo troppo affollate e non adeguatamente gestite e che i Dipartimenti di Salute Mentale non siano adeguatamente attrezzati e finanziati per l’onere di lavoro derivante dalla riforma.

Residenzialità leggera

Queste ultime progettualità rientrano in quelle che vengono definite residenzialità leggere, esperienze pensate per gli utenti che hanno ultimato il programma del proprio Piano Terapeutico Individuale all’interno di strutture con maggiore livello assistenziale, recuperando una buona stabilità di salute e un soddisfacente stato di autonomia sempre legato al periodo indicato dalla pena di detenzione.
Tali progetti studiati per coloro che non possono rientrare nelle proprie famiglie ai quali deve essere garantita la continuità degli interventi di vario genere, che eviterebbe il prolungamento del periodo all’interno di REMS e comunità terapeutiche che potrebbe alla fine, vanificare i risultati ottenuti.
Le residenzialità leggere (ciò che le REMS non possono fare) si pongono al vertice del processo di recupero e riabilitazione, una fase transitoria di passaggio in cui la persona inizia ad emanciparsi dai servizi assistenziali, imparando a gestire la propria indipendenza con piccoli aiuti finché dimostrerà di averne bisogno.

La residenzialità leggera nelle forme previste, sono delle soluzioni all’avanguardia capaci di ridurre la permanenza di persone giunti a termine pena, nelle strutture di detenzione e continuare con le cure terapeutiche adeguate anche nel luogo di nuova residenza.
La riconquista dello stato di salute è il primo passo per mantenere la propria autonomia nelle attività quotidiane di gestione della propria vita, sono cose queste ultime, che giovano anche ai servizi sanitari territoriali poiché non gravano sulla spesa (ciò che invece fanno le REMS).

« I programmi di Residenzialità Leggera si attuano all’interno di una rete di abitazioni collocate nel contesto sociale urbano. Accolgono soggetti che, dopo un percorso riabilitativo di salute mentale, hanno recuperato una buona competenza relazionale e un grado di autonomia tali da consentire un recupero sociale, abitativo e lavorativo. La Residenzialità Leggera offre l’opportunità di una “autonomia sostenuta”: un intervento residenziale rivolto a persone con problemi psichici di media gravità, seguite e inviate dai Centri Psicosociali di zona (CPS), che abbiano recuperato una buona competenza relazionale e autonomia sociale, abitativa e lavorativa. »

Nota: (http://www.aiutiamoli.it/onlus/i-progetti-di-residenzialita-leggera/)

Siamo giunti alla conclusione che per comprendere le attività di assistenza con i nuovi parametri di azione, sia di migliorare l'organizzazione che possa permettere ai singoli operatori di reintegrare le persone nella società, di combattere lo stigma che accompagna la quotidianità sopratutto per coloro che hanno dovuto subire la detenzione in strutture carcerarie per detenuti con disagio psichico, nonché di fare luce sulle eventuali criticità.

 

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